Come sostenere bambini e adolescenti

Come sostenere bambini e adolescenti

Lutto in famiglia: come sostenere bambini e adolescenti

Quando bambini e adolescenti vivono la perdita di una persona amata è un momento drammatico, un dolore sconvolgente. Bambini e adolescenti si trovano improvvisamente a dover convivere con un vuoto incolmabile e le emozioni e le reazioni possono essere delle più svariate.
Ognuno reagisce poi al dolore legato alla perdita in base al rapporto che aveva con la persona che non c’è più, alla propria età, alle proprie caratteristiche e alle esperienze di perdita pregresse, alla rete di relazioni familiari e amicali che possiede, alle credenze religiose e culturali. Non esiste un modo giusto e sbagliato di vivere un lutto basta che ci sia lo spazio per affrontarlo e condividerlo.

Gli adulti coinvolti in un lutto in famiglia si chiedono come gestirlo e come parlare della morte ai bambini e agli adolescenti; spesso temono di non sapere cosa dire, o di dire la cosa sbagliata. Talvolta, non sapendo come rispondere alle domande dei figli si chiedono se, per proteggerli, non sia meglio tacere riguardo ad eventi tristi e drammatici. Pensano di non sapere come rispondere alle domande e spesso si domandano se non sia meglio tacere riguardo ad eventi così tristi e drammatici. Ma se riflettiamo il silenzio in realtà non protegge né dal dolore, né dalla sofferenza ma anzi, contrariamente a quello che si può credere, può amplificare la paura, lo smarrimento e il senso di incertezza che già la morte porta con sé. Quello di cui si ha più paura, e ciò vale per tutti gli esseri umani di qualunque età, è in realtà ciò che non si conosce, ciò di cui non si può parlare, che non è pensabile. Ma ciò che non è pensabile non è nemmeno elaborabile.

È certamente normale e vero che, quando la famiglia vive un lutto, per i genitori sia faticoso essere totalmente disponibili e lucidi nei riguardi dei più piccoli, essendo loro stessi oppressi dal dolore, ma per il benessere presente e futuro dei bambini e dei ragazzi è importante cercare di dare un nome e un senso a ciò che si vive e si sente. A quel dolore che insieme è sia individuale che collettivo, dato che coinvolge l’intero sistema familiare.

Sarà prioritario e quindi non bisogna darlo per scontato, rassicurare bambini e adolescenti del vostro affetto, della vostra presenza, alleviare i loro timori e aiutarli ad affrontare gli avvenimenti e i cambiamenti, infondendo fiducia nel futuro, nella possibilità di riprendere il cammino superando insieme le difficoltà.

Per un bambino ed un adolescente la morte di un genitore, in particolare della madre, è l’esperienza più triste e dolorosa con cui possa confrontarsi: significa la perdita di sicurezza e di affetto, la perdita di vicinanza, supporto e riconoscimento, la perdita della guida e dell’amore su cui faceva affidamento e di cui ancora si ha forte il bisogno e il desiderio.

Bambini e adolescenti che vivono una perdita, inoltre, si trovano spesso improvvisamente ad affrontare, oltre al dolore della morte del proprio genitore, anche l’inconsolabile sofferenza del genitore superstite e il timore di poter perdere anche lui e/o di essere in qualche modo nuovamente abbandonati.

È necessario rassicurare i bambini nelle loro paure e difficoltà, su come andrà avanti la loro vita e quella della famiglia e far capire loro che qualsiasi cosa dovesse avvenire non saranno mai lasciati soli. Bambini e ragazzi dovranno essere accompagnati nel percorso di accettazione ed elaborazione della realtà dolorosa, sostenuti da legami affettivi basati sulla fiducia, il dialogo e la condivisione sia all’interno della famiglia, che in ambito sociale. L’adulto e le figure di riferimento dovranno cercare di dare a bambini e adolescenti uno spazio di ascolto in cui si sentano liberi di far domande e offrire loro le informazioni necessarie per poter elaborare la perdita. Infatti un adulto che tenda a negare o eviti di comunicare apertamente e chiaramente, perché lui stesso in difficoltà, rischia di aumentare il senso di sfiducia nel futuro di bambini e ragazzi, esponendoli alla possibilità di doversi dare delle risposte da soli sperimentando un maggior senso di perdita e solitudine.

È importante seguire bambini e ragazzi nel loro percorso di elaborazione della perdita, accogliere e legittimare tutte le manifestazioni della loro sofferenza e ciò può realizzarsi se cerchiamo, sia pure nelle difficoltà e nelle incomprensioni che a tratti possono sorgere, di mantenere sempre aperta la strada del dialogo, presupposto cardine di legami fondati sulla fiducia e il rispetto reciproco.

Alla base di queste premesse è quindi necessario rassicurare bambini e adolescenti della normalità delle loro reazioni ed emozioni e anche di quelle dei grandi a loro vicino. Può essere che sia la prima volta che perdono una persona cara, che vedono piangere gli adulti e sentono intorno a sé non solo tanta tensione, ma anche disattenzione verso i loro bisogni. È bene che sappiano che, con il tempo, tutto riprenderà, anche se in modo diverso da prima.

È importante condividere insieme il dolore per la perdita e non lasciare soli bambini e adolescenti nel far fronte a dubbi, rabbia, aggressività, angoscia, sentimenti di abbandono o emozioni confuse di colpa e rimpianto. Sicuramente l’intero sistema familiare sperimenta tutte queste emozioni ma, se non si ha la possibilità di uno spazio e di un tempo per esprimere e condividere le difficoltà e il dolore legato alla perdita, queste possono intensificarsi e perdurare nel tempo.

Con la morte di un membro della famiglia soprattutto per gli adolescenti che vivono una fase di trasformazione fisica, psichica e relazionale contrassegnata dal desiderio di maggior autonomia e indipendenza può insorgere il rischio di un’eccessiva responsabilizzazione di compiti e doveri familiari con il conseguente stravolgimento di ruoli e funzioni a scapito della propria vita e crescita.

“Mi è toccato diventare grande prima del tempo e occuparmi anche dei miei fratellini e di tante altre cose di casa, altrimenti o mia madre, da sola, non riusciva a farcela”. Maria Teresa

Prioritario è che gli adulti anche nel tempo del lutto, accolgano e sostengano l’adolescente nel processo di crescita ed individuazione evitando che la morte, già destabilizzante di per sé, blocchi ogni forma di trasformazione e cambiamento all’interno del sistema familiare.

Con gli adolescenti è opportuno cercare di comunicare chiaramente e apertamente le emozioni che, come adulti, si sperimentano, cercando di creare un’apertura alla condivisione reciproca. Rispecchiandosi negli adulti i ragazzi potranno avere maggiori strumenti per interpretare le emozioni e i sentimenti propri, oltre che degli altri. Molto spesso la condivisione con gli adolescenti risulta però difficile perché restii a confidarsi e a parlare di sé e dei propri sentimenti, soprattutto in famiglia. Ciò comporterebbe una vicinanza emotiva e una sorta di “invischiamento” contrari ai bisogni di autonomia che appartiene alla loro età.

Quello che è certo è che anche per gli adolescenti la perdita di un genitore li fa sentire incerti e sospesi, diversi da prima. Gli adolescenti si sentono deprivati del legame, dell’affetto, della guida e dell’appoggio che si aspettavano per la propria crescita.

“Senza mio padre che fine farò? Proprio ora che crescendo ne avevo più bisogno”. Francesco

Durante il processo del lutto gli adolescenti devono imparare a vivere con il vuoto che si è venuto a creare e possono avere comportamenti molto diversi: abbattersi, diventare passivi e chiudersi all’esterno, oppure – per difendersi e proteggersi dal dolore e dall’angoscia – possono assumere atteggiamenti pieni di rabbia e aggressività, o negare la morte, o evidenziare atteggiamenti eccessivamente ottimisti e pieni di speranza, pur di non sentirsi diversi dai coetanei.

Pur rispettando i bisogni di differenziazione e di autonomia degli adolescenti, è bene non lasciarli soli nel far fronte alla elaborazione dei vissuti emotivi e delle dinamiche relazionali che scaturiscono a seguito di una perdita significativa.

“Ero molto arrabbiato con mia madre che era morta all’improvviso. Sapevo naturalmente che non lo aveva voluto, ma mi sentivo tradito, abbandonato e mi sembrava di non poter confessare a nessuno i miei sentimenti, poi una sera mentre ero con mia zia in una situazione di tranquillità, ho tirato fuori tutto quello che sentivo. Temevo si sarebbe arrabbiata ed invece si è commossa, mi ha abbracciato e mi ha detto che anche lei, seppur adulta, sentiva a volte le stesse cose. Aver potuto parlare con lei mi ha fatto stare meglio”. Andrea

Prestare poi attenzione al loro impegno nel proteggere chi è rimasto è un ulteriore aspetto da tener presente nel sostenere gli adolescenti, evitando il rischio di un’eccessiva adultizzazione.

“Non c’è comunicazione con mio padre, non ho il coraggio di dirgli che mi sento triste e sto soffrendo. Penso che se ne farebbe una colpa e tutti e due ci sentiremmo ancora peggio”. Sofia

I bambini variano molto nella loro capacità di esprimersi e di elaborare ed accettare la perdita, a seconda dalla loro età e dello stadio di sviluppo in cui si trovano, hanno tempi, e modalità molto diversi da quelli degli adulti. I bambini più piccoli non conoscono e non hanno ancora appreso mentalmente il concetto di morte; soffrono dell’assenza e il sentimento più destabilizzante rappresenta la mancanza di ciò che non c’è più. Di quel legame che ha dato colore, profumo e senso alla propria vita. Solo intorno ai 4/5 anni inizia a svilupparsi, e piano piano a strutturarsi, il concetto di morte ma questo non vuol dire che i bambini siano sempre disponibili al dialogo quando e quanto lo sono i grandi. Spesso accade che alcuni loro comportamenti, che non corrispondono alle aspettative degli adulti, vengano scambiati per disinteresse, indifferenza, incapacità di provare sofferenza verso ciò che sta accadendo o è accaduto. Si pensa che non siano interessati o non si ricordino la persona scomparsa.

Un padre, ad esempio, era desolato per il comportamento del figlio di 6 anni:

“Una volta stavamo parlando della mamma che aveva lasciato una lettera per lui e volevo leggergliela e mio figlio è scappato via a giocare, come se niente fosse”.

Spesso, quella che sembra indifferenza è in realtà la messa in atto di un meccanismo di difesa che i bambini agiscono per proteggersi da un dolore che non sanno gestire e/o è troppo doloroso da sostenere emotivamente. Spetta agli adulti comprendere e rispettare il dolore dei bambini nei loro tempi e bisogni, cercando anche di creare delle situazioni in cui loro possano esprimere quello che sentono e pensano, certi che saranno comunque ascoltati, accolti, sostenuti e contenuti.

Nel comunicare con i bambini è importante che le parole siano sempre accompagnate da un contatto fisico intenso e pieno di calore. Se li lasciamo liberi di esprimersi, spesso ci capiterà di notare che le loro osservazioni e le loro domande sono molto specifiche e pertinenti, naturalmente rispetto a quelle che sono le loro capacità di comprensione ed espressione.

“Perché la mamma mi ha lasciato? Dove sta ora? Quando potrò rivederla? Come starà? Mi pensa? Mi vorrà sempre bene?”.

I bambini hanno spesso una capacità maggiore, rispetto all’adulto, di andare dritto al punto; non spaventiamoci di fronte alla loro schiettezza e richiesta di chiarezza. Non spaventiamoci neanche dal loro porre certe domande in contesti per noi inappropriati (ad esempio mentre stanno guardando un cartone animato).

Senza inibire la loro naturalezza e curiosità, si dovrebbe accompagnarli nella loro ricerca di risposte, perché così potranno avere l’opportunità di confrontarsi con la perdita, di partecipare agli avvenimenti familiari insieme agli altri, di collaborare e di porsi delle domande sulla vita e sulla morte. L’adulto dovrà mettere a disposizione tutto quello di cui i bambini potrebbero aver bisogno senza imporre niente, lasciando che siano loro a proporre ciò che gli serve per la loro vita e la loro crescita.

Ragazzi e Ragazze – Qualche risposta ai tuoi dubbi e domande
Bambini e Bambine – Qualche risposta ai tuoi dubbi e alle tue domande

Per bambini e adolescenti è importante essere circondati e sentire vicine anche persone che non fanno necessariamente parte dell’entourage familiare ma che sono ugualmente significative come amici, vicini di casa, insegnanti, famiglie dei compagni di scuola. In un momento in cui la famiglia è in difficoltà, per i bambini e i ragazzi è un arricchimento ed un sostegno frequentare altri ambienti che permettano loro di sperimentare quel senso di continuità che, con la perdita, viene meno.

Bambini – Chi può aiutarti

Testimonianze di ragazzə

Bambini e ragazzi vanno rassicurati che il dolore non sarà così forte per sempre e che, con l’affetto che li circonda, riusciranno a riprendersi e a reagire alla perdita della loro persona “speciale”. Torneranno a godere delle cose belle che ci sono e che incontreranno, mantenendo viva la curiosità, l’amore per la vita e il ricordo della persona che hanno perduto. La vita continuerà, anche se diversa da prima.

“La casa alla fine ebbe un tetto. Era piccola ma era nuova. E quei tre dentro ci stavano proprio bene. È strano se ci si pensa, che si può costruire una casa sopra un buco. Ci vuole impegno, e forza, e fatica, ci vogliono parole e silenzi, e memoria. Ma si può”
(Tratto dal libro Si Può di Beatrice Masini, illustrato da Arianna Papini. Carthusia Edizioni, 2014)

Con i bambini piccoli è più facile entrare in contatto raccontando e commentando una favola o un film, leggendo o guardando un libro illustrato o utilizzando un pupazzo, una bambola, un animale per rappresentare l’esperienza che stanno vivendo:

“Qui c’è un cerbiatto che si sente molto solo e triste, chissà perché? chi può andargli vicino a fargli compagnia?”

Anche con i più grandi, a volte, le parole si trovano più facilmente attraverso l’uso di un supporto: un film, un libro da leggere, la condivisione di un video, una canzone.

Trovate in questa sezione del sito una lista di libri adatti alle diverse fasce di età.

Vai alla sezione “Letture consigliate”

Vi consigliamo inoltre di guardare insieme ai bambini più piccoli la sezione bambini di questo sito a loro dedicata in cui sono proposte numerose attività e di tornarci più volte perché le emozioni e le reazioni dei bambini cambiano con il tempo.

I ragazzi più grandi (12 -16 anni), invece, non hanno bisogno di essere accompagnati nell’uso del sito, ma potete suggerire di esplorare la sezione ragazzi, dedicata a loro.